maternita-coronavirus

Passerà. Tutto passa prima o poi. Persino il Corona virus. E voglio ricordarmi come è stato vivere questo periodo. L’ansia, la paura, la quarantena… Quando aspettavo Asia mai mi sarei immaginata che sarebbe nata in un periodo storico così drammatico per tutti noi. Tra le tante catastrofi che una neo mamma possa immaginare, ammetto che no, la pandemia proprio non l’avevo considerata.

Io sono stata fortunata, ho partorito un paio di mesi prima del blocco totale, prima della quarantena, per intenderci, anche se già nell’aria qualcosa iniziava ad avvertirsi. Ho amiche però che hanno partorito durante l’emergenza, con mascherine a distanziarle dai loro pargoli. Senza parenti, senza amici.

Maternità e corona virus, come è vivere durante la quarantena

maternità ai tempi del coronavirus

Mettere al mondo un figlio mentre tutto è fermo, immobile, quando tutto intorno è dolore, paura, morte, tu invece doni la vita. E per quanto questo sia così grande ed emozionante, è difficile, lo ammetto. Diventare madre per la prima volta è un turbinio di emozioni contrastanti, esserlo durante una pandemia, in quarantena lontana da tutti, ti mette a dura prova.

Non voglio parlarvi delle difficoltà, delle paure, delle esigenze che sono note a tutti e che sono certa, siano sentimenti condivisi dai più. Sono solo una donna che è diventata madre per la prima volta e che si sente sopraffatta da tutto. In una società che non ammette debolezze, io non riesco a fingermi wonder woman.

Sarà che il mio post parto è stato molto duro, frutto di un parto altrettanto difficile e che mi ha devastata. Ho vissuto una tragedia degna di un film ad alto contenuto emotivo già in sala operatoria e mai avrei immaginato che anche dopo avrei vissuto scenari da film apocalittici. Credevo che i mesi successivi sarebbero stati più leggeri, ed invece sento il peso delle giornate chiusa in casa. Con una neonata di tre mesi che cresce a vista d’occhio lontana dai nonni, dagli zii… una neonata curiosa di scoprire il mondo che la circonda ma che può solo vivere tra le quattro mura di un edificio chiamato casa.

Lei è piccola, è vero e non sa cosa sta accadendo, non riesce ancora a rendersi conto di nulla, ma so che anche per lei è difficile stare tutto il giorno in casa. Avrebbe bisogno di stimoli differenti, uscire all’aria aperta ed interagire con altri “umani” all’infuori di mamma e papà.

Continuo a ripetermi che sono fortunata perché qui al sud non stiamo vivendo questo periodo con la stessa angoscia degli amici del nord Italia. Ma a volte mi fermo a guardare mia figlia e devo trattenere le lacrime, lei è così piccola e indifesa e vorrei poterla proteggere da tutto.

Il mio post partum durante la quarantena

Io non voglio mentire, ho vissuto momenti davvero difficili: ho pianto tanto, mi sono sentita sopraffatta dalle emozioni, mi sono sentita sbagliata, inadeguata e stanca. Tanto stanca. Un figlio ti cambia la vita è vero, ma i primi mesi sono davvero duri. Viverli durante una quarantena lo sono ancora di più. Magari non sarà per tutte così, ma io li ho vissuti male. Rinchiusa in casa 24 ore su 24 senza uscire mai, dormendo poco, senza riuscire mai a ritagliarmi un momento per me, con i dolori del cesareo ancora intensi, un allattamento esclusivo che non è decollato subito e che mi ha devastata… lo ammetto, ad un certo punto ho creduto di non farcela.

C’è chi parla di baby blues, chi di depressione post partum. Io non lo so se effettivamente le ho vissute (o le sto vivendo), ma quello che so per certo è che mai mi sono sentita così in tutta la mia vita. Neppure durante uno dei miei tanti attacchi di panico.

Ancora ci sono molti giorni no, giorni in cui non ho voglia di fare nulla, di sentire nessuno. Mi sono chiusa in me stessa più di quanto avrei mai creduto e questo un po’ mi spaventa.

La quarantena ai tempi dei social e delle mamme blogger/influencer

Le città si sono svuotate, le saracinesche dei negozi abbassate, ma sui social la gente ha cercato come possibile di distrarsi.

Ogni giorno una nuova attività per intrattenersi, intrattenere e non pensare.

Eserciti di mamme influencer pronte con mille dirette al giorno per mostrare come intrattenere i bambini, far vedere l’ultimo dolce infornato o condividere planner per la suddivisione in casa delle faccende domestiche o l’ultima lezione di yoga. Io? Guardandole ho provato un forte senso di disagio perché non sono riuscita a fare nulla di tutto quello che hanno mostrato. E anche questo non mi ha aiutata ad affrontare questo periodo nel miglior modo possibile. Inevitabilmente scattava nella mia testa il confronto con loro e il mio senso di inadeguatezza cresceva.

Ma poi ho capito che fare paragoni non porta a nulla. Ci saranno donne più brave e organizzate di me, bimbi più tranquilli e gestibili e sapete una cosa? Va benissimo così. Non avrò la casa in ordine, non ci sarà un dolce sempre pronto in forno e non avrò fatto yoga, ma va bene così.

VA BENE COSÌ. È il mio nuovo mantra, perché quel che conta – e in questo momento storico più che mai – è che io ritrovi la mia serenità. Tutto il resto arriverà piano piano, ne sono certa.

E adesso saremo pronti per la fase 2?

Ho visto gente affacciarsi al balcone cantando a squarciagola. Ogni pomeriggio, alla stessa ora, tutti insieme a cantare. Ho visto arcobaleni appesi e il motto “andrà tutto bene” echeggiare nell’aria. Ho visto piano piano l’entusiasmo iniziale e l’ottimismo, lasciare spazio allo sconforto.

Ci sta. È umano, non dobbiamo fingere una forza che non abbiamo. Va bene piangere e non aver voglia di fare nulla. Ho capito che pretendere troppo da noi stesse a volte è solo controproducente.

Adesso aspettiamo tutti l’inizio della fase 2 con tanti dubbi e incertezze su quelle che saranno le ripercussioni economiche e sociali dei prossimi mesi. Io non so ancora come e quando finirà tutto, so solo che non vedo l’ora di riabbracciare la mia famiglia e di poter portare mia figlia a vedere il mare per la prima volta. Staccare da tutto questo, uscire da queste quattro mura e tornare a respirare. Anche solo per poche ore.

Distanti ma vicini, continuano a ripetere gli slogan pubblicitari. Non so come questo sarà possibile, non so come farò a non stringere forte i miei genitori quando finalmente li potrò vedere… Ci sono ancora molti – troppi – dubbi – su cosa accadrà.

Dovremo probabilmente ridisegnare i contorni di una “normalità” che non conosciamo, dovremo forse continuare a mantenere le distanze.

Io intanto continuo a sognare solo un mondo migliore dove far crescere mia figlia.

 

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Written by Francesca
Blogger dal 2010, studi giuridici e la passione per la scrittura. Ama raccontare il suo mondo "incantato" tra beauty, fashion & lifestyle.

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